lunedì 29 giugno 2015

L'unione bancaria senza entrare nei dettagli tecnici

Chi tra voi ha letto interamente il solito discorso del vice presidente della BCE che vi cito spesso (qui) ricorderà che, oltre a mostrare come la principale ragione della crisi finanziaria dell'eurozona sia, di fatto, la moneta unica (l'euro) suggeriva anche un rimedio: più integrazione. Che poi è la solita logica di quelli butterebbero benzina per spegnere un incendio in un bosco e che, davanti a chi gli facesse notare che in questo modo l'incendio non si spegnerà, casomai divamperà ancora di più, rispondono che ci vuole semplicemente ancora più benzina. Alla fine, le fiamme smetteranno di ardere solo quando avranno distrutto tutto.

Comunque, per chi non si ricorda vi riassumo, in breve, il problema che sta alla base delle unioni monetarie, e quindi anche dell'eurozona. Succede che, eliminando il rischio di cambio, ovvero le oscillazioni fra i cambi delle monete nazionali, gli investitori (le grandi banche europee) fanno fluire i loro capitali in quei paesi dell'area che sono più economicamente arretrati, e che pertanto offrono i migliori tassi d'interesse. La logica che sta alla base di questo processo è piuttosto elementare: chi ha più bisogno di soldi è disposto a pagarli più cari, e chi vuole investire i soldi li da a chi li fa rendere di più.

Così facendo però si alimenta una bolla finanziaria, e gli investitori si espongono al rischio di credito, ovvero di non rivedere indietro i propri soldi. Il motivo per cui il processo non si ferma, e la bolla continua a crescere, è che finché la barca va, nessuno ha di che lamentarsi. Né chi riceve i soldi in prestito a un tasso d'interesse più basso rispetto a quando il rischio di cambio ne diminuiva la credibilità, né gli investitori che approfittano della situazione per guadagnare il più possibile.

Quindi, nel breve periodo, il botto futuro è una specie di spada di Damocle a cui tutti pensano di sottrarsi appena in tempo. Infatti, nel lungo periodo, quando le cose si mettono male, interviene lo stato che nei paesi investitori salva le banche e in quelli debitori impone l'austerità. E trasforma i debiti e crediti privati in debiti e crediti pubblici. In economia questo comportamento si chiama azzardo morale (moral hazard).

L'unione bancaria è, in poche parole, un accordo tra i paesi dell'eurozona che mira a disincentivare l'azzardo morale delle banche private. Come? Se, fino a oggi la vigilanza del settore bancario, e gli eventuali salvataggi, spettavano alle banche centrali dei singoli paesi che, nonostante l'indipendenza, sono comunque sotto l'influenza politica dei governi nazionali, in futuro questi compiti spetteranno a un'istituzione europea. Si tratta, sostanzialmente, dell'ennesima cessione di sovranità nazionale.

Il più contestato dei sistemi che questa organizzazione europea potrà utilizzare per risanare i bilanci delle banche è il cosiddetto bail-in che rappresenta la facoltà di prelevare i soldi necessari direttamente dai conti correnti dei clienti (solo di quelli non garantiti). Un simile precedente in Europa è avvenuto durante la crisi finanziaria del 2013 a Cipro. Successe che i correntisti vennero alleggeriti di parte dei loro risparmi per pagare i debiti delle proprie banche. E vi ricordate anche cosa disse a proposito del metodo decisionale della UE l'attuale presidente della Commissione Europea Junker?

"We decide on something, leave it lying around and wait and see what happens. If no one kicks up a fuss, because most people don't understand what has been decided, we continue step by step until there is no turning back."

Traduco: noi prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere cosa succede. Se non protesta nessuno, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto in cui non si può più tornare indietro

Infatti il bail-in è stato approvato il mese scorso dal Senato (qui) e sta diventando legge anche in Italia, recependo l'apposita direttiva europea (qui). Lo so che tanto molti di voi diranno che non ve ne importa niente, tanto i conti correnti sono comunque garantiti fino a centomila euro.
Tuttavia, il problema di queste decisioni, come di tante altre, è sempre lo stesso. E' quello di spostare a livello sovranazionale, cioè a istituzioni che non devono rendere conto direttamente agli elettori, sempre più decisioni che ci riguardano, più o meno da vicino, e comunque tutte quelle di carattere economico. Alla fine tutto si sistemerà solo quando anche delle nostre democrazie, come del bosco incendiato, non rimarrà più niente.



PS: per capire meglio quali sono le nostre prospettive democratiche, e quelle di tutti i popoli europei, di fronte a questo tipo di istituzioni vi invito a leggere le seguenti dichiarazioni tratte da questo recentissimo articolo della BBC:

  • Wolfgang Schauble (ministro delle finanze tedesco) riferendosi al mandato elettorale del primo ministro greco Alexis Tsipras: <<Election change nothing. There are rules>>


  • Jean Claude Juncker (Presidente della Commissione Europea) che aggiunge un'altra perla a quelle già riportate in precedenza (qui): <<There can be no democratic choice against the European treaties. One cannot exit the euro withouth leaving the EU">>













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