venerdì 7 agosto 2015

Ecco perché Monti vuole tassare la casa

Oggi vi propongo questo breve video di un recente intervento di Mario Monti alla trasmissione televisiva Agorà.

L’ex Presidente del Consiglio dei Ministri accenna alla teoria della mobilità dei fattori. Quella che in economia afferma che capitale e lavoro si distribuiscono nel modo più efficiente in un mercato completamente libero. La sua (purtroppo nota) predilezione per la tassazione immobiliare nasce proprio da quel concetto. Perché, se incentivi l’acquisto della casa, le famiglie si sposteranno malvolentieri per andare a lavorare in un’altra regione (o paese).

Per Mario Monti, il capitale deve essere libero di muoversi, sia in Italia che a livello internazionale (es. eurozona). In questo modo, i lavoratori non potranno più permettersi di rimanere stanziali, ma dovranno essere disponibili a spostarsi dove il capitalista (che è colui il quale dispone come meglio crede del fattore capitale, e che ambisce a controllare anche di quello del lavoro) ha deciso di investire in quel momento.

La mia prima considerazione riguarda l’opportunità di continuare a mantenere un sistema internazionale che preveda una sempre maggiore libertà di circolazione del capitale dato che, come abbiamo visto, questo comporta che chi vuole lavorare debba adattarsi a rincorrere il capitale ovunque, con tutti i problemi del caso: le barriere linguistiche, legali, culturali; ma anche la disgregazione delle famiglie e le reazioni razziste delle popolazioni che si vedono “invase” da lavoratori stranieri (o anche connazionali) a basso costo.

La seconda considerazione riguarda il fatto che, storicamente, gli italiani sono un paese di migranti che si muovono sia sul territorio nazionale (da sud verso nord) che all’estero (in Europa e nel mondo). Questo è stato vero in passato e continua a esserlo anche oggi che siamo il secondo popolo per numero di emigrati in Europa. Ma a Mario Monti questo non basta, e continua a considerare i suoi connazionali alla stregua di bamboccioni, come faceva anche un suo illustre collega.


Il sistema che Mario Monti ha in mente non è nuovo. Sarebbe utile ricordarcene, non solo ogni volta che salutiamo i nostri colleghi meridionali, che sono il risultato dell’applicazione di un’area valutaria tutt’altro che ottimale (quella italiana) ma anche quando incontriamo la badante rumena dei nostri nonni, la filippina che fa le pulizie in ufficio, il venditore ambulante abusivo senegalese, e così via, fino ad arrivare al nord africano che lava i vetri al semaforo. Beati tutti coloro i quali si credono migliori degli altri, perché a loro Mario Monti rivelerà il suo concetto di uguaglianza. Lui non fa distinzioni, siete tutti carne da macello allo stesso modo.

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